Torno
a casa e la notte non dormo, mi metto a vedere una dopo l'altra le
puntate dei Soprano, le conosco a memoria, mi sono molto piu' vicini
questi delinquenti dei colleghi che vedro' domani al lavoro.
Vedo
quella puntata dove Cristopher Moltisanti è seduto sul divano e
sembra depresso, ha la casa sottosopra, chiede a Paulie: Dove
è il mio arco?
A
tarda notte guardavo I Soprano a bassa voce mentre S. dormiva di là.
Avevo
30 anni e Cristopher chiedeva la stessa cosa disperato, mi sembra di
essere sempre fermo li'.
Cristopher
sta sempre ai margini, prima si sente non affiliato, ma anche quando
lo diventerà non sarà mai soddisfatto, vuole di piu', è troppo
ambizioso e nello stesso tempo lo è troppo poco, si fa di eroina.
A
un certo punto si mette in testa di voler scrivere un film perchè ha
questa fissa del cinema, specialmente dei film sui gangster e la
mafia, sta scrivendo quando Paulie entra per portarlo fuori con due
bambole e gli chiede Dove è il mio arco?
A
qualcuno succede qualcosa ad un certo punto, uno cambia, parte da un
punto, finisce in un altro.
Questo
mi chiedevo leggendo biografie delle persone celebri, quelle piene di
cose che accadono, troppe, cose che sembra non accadano piu'.
Dove
è il mio arco? Lei dormiva nella stanza accanto e ci sarebbe
rimasta ancora per poco, nessuna voglia di svegliarla, di fare
l'amore.
Ero
insensibile, anche al dolore, domenica pomeriggio perenne.
Ero
a Roma da poco, ci eravamo trasferiti con entusiasmo.
Avevamo
preso possesso dela mia casa progettando piccoli interventi che non
avevamo mai fatto.
Al
principio mi godevo cose che ora troverei assurde: il clima, i frutti
al mercato all'aperto in una piazzetta vicino casa, il senso che
stesse per accadere qualcosa di buono e che semplicemente non
dovessimo muovere un dito per facilitare il destino.
Hai
mai la sensazione che non ti accadrà mai nulla di buono? Chiede
Cristopher a Paulie.
Cristopher
è seduto sul divano, ha uan sigaretta mezza fumata fra le dita,
Paulie è in piedi, ha i capelli bianchi tenuti su dalla gelatina,
uno sguardo fisso e senza indecisioni, bicipiti ben allenati a
sessant'anni.
Pisponde
Certo, mi è successo e cosa cambia, sono vivo e riesco a
sopravvivere, sono cresciuto, ho fatto qualche anno nell'esericito e
qualcuno in galera ed ora eccomi qua, sono un mezzo bravo guaglione.
Christropher
lo guarda, quasi sta per mettersi a piangere e dice io non voglio
solo sopravvivere, voglio di piu'.
E
non sa cos'altro aggiungere.
Dove
è il mio arco?
Guardavo
quella serie ogni sera e pensavo che avrei voluto essere tanto Paulie
ed invece ero sempre sul punto di diventare Christopher.