giovedì 27 novembre 2014

Contro Expo





Milano è scienza, è naviglio, è scala, è shopping, è movida,
è alimenti etici, è spuntini selvatici, è chic, è tutela dell'ambiente ma è anche gioia delle piazze in festa, e addirittura Como.
Sì Milano è Como, non so cosa significhi ma è così.
Non so chi abbia commissionato l'inno dell'Expo e in fondo non me ne frega, non sono qui per scrivere un pezzo di denuncia sugli sprechi che si fanno quando si intraprendono le grandi opere, e si giustifica tutto con un po' di lavoro in più dato ai soliti schiavi.

Il problema è che una cosa del genere negli anni più colorati e bui di Milano non sarebbe accaduta.

Sotto il regime craxiano degli anni '80 ci sarebbe stata una disco dance di qualità oppure un finto jazz raffinato e ben suonato,da colonna sonora di pubblicità.
Anche negli anni ruggenti del berlusconismo si sarebbero inventati qualcosa di meglio, un jingle di Martelli oppure un inno retorico ma che ti entra in testa come quello di Forza Italia, qualcosa che puoi prendere in giro ma di cui non puoi ammirare la perfezione commerciale.
Ora invece non ci sono punti di riferimento, la canzone dell'expo rappresenta in maniera perfetta il paese più della marcetta dal testo polveroso e incomprensibile di Mameli.
Milano è Salvini, Milano è Moratti, Milano è un designer ambizioso, Milano è start up di qualsiasi cosa.
Milano è Italia soprattutto e non è una bella cosa da contemplare.


p.s: La società che organizza l'Expo ha ovviamente dichiarato che si tratta di un brano non autorizzato ma questo non cambia nulla, interpreta perfettamente lo spirito dei tempi, spero che diventi l'inno ufficiale e comunque già lo è.