domenica 27 marzo 2011

Contro le dieci cose per cui vale la pena vivere

Saviano ha fatto cosa buona e giusta con Gomorra, rispetto la sua funzione civile, ma non il suo nuovo ruolo di divulgatore di buoni sentimenti.

Ora ha scritto le dieci cose per cui vale la pena vivere, non è una grande novità.

Alla fine degli anni '80 sul giornale satirico Cuore chiedevano ai lettori le tre cose per cui vale la pena vivere, era un sondaggio interessante, non c'era nemmeno Internet e la gente mandava delle lettere alla redazione.
Ogni settimana si aggiornava la classifica, in testa era la figa o il sesso, al secondo posto il comunismo, al terzo gli amici o la mamma, da qualche parte nella top ten c'era vedere morire Craxi.
Era una classifica che rispecchiava una parte d'Italia di allora non rovinata dal berlusconismo, una sinistra che non aveva timore ad associare figa e politica, che sapeva essere cattiva in modo giocoso.
Il giornale era diretto da Michele Serra, oggi firma  di Repubblica.
Nell'elenco  di Saviano c'è la mozzarella di bufala di Aversa, fra l'altro uno come lui conosce bene la situazione del Casertano e dovrebbe sapere che la mozzarella da consigliare la trovi solo in alcuni posti ed è preferibile prenderla nella Piana del Sele, il fratello orgoglioso, l'amore al sud di pomeriggio ed altre cose piatte, ovvie, ecumeniche; talmente verosimili da essere sicuramente false.
E su Repubblica i lettori diligenti e militanti, quelli dei post-it e delle foto in ufficio, mandano i loro dieci motivi per cui vale la pena vivere, imitando senza molta fantasia quelli di Saviano, declinandoli in gradazioni differenti di retorica.
Così ci trovi il caffè con l'amico e il tramonto sulla loro spiaggia preferita, ascoltare una certa canzone, di solito di successo, o il sorriso di qualcuno.
Nessuno più che scriva la figa in senso generico come su Cuore, ora di solito è una determinata figa, la tua donna, la monogamia essendo diventata una sorta di  bandiera da esporre.
La gente si autocensura per diventare specchio di un'onestà ipocrita.
Niente spinelli o canne, erano in buona posizione al tempo, niente rapporti a tre, niente alcool.
Nessuno che scriva qualcosa di cattivo, che auguri morte e distruzione, che se la prenda con il suo peggior nemico, eppure il male nascosto c'è.
C'è quando Saviano commentando le liste dei lettori, se li ingrazia dicendo "questo è lo specchio di un'Italia allegra e pulita".
Come se il mare e l'amore per i figli siano appannaggio di una parte del paese.

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