Il tizio affianco a me
sopra una Mercedes scoperta da 80000 euro ascolta una canzone di Sting, era su un
disco che ebbe molto successo, c’erano anche un paio di duetti con Eric Clapton, ballate lente con arrangiamenti
facoltosi, tristezza fuori moda, anni ’90.
Ha i capelli lunghi alle
spalle, è stempiato alla nuca, ha il pizzetto che portavano certi artisti di
Roma qualche tempo fa.
Potrebbe essere un ex
attore, un figlio di imprenditore, è triste, guarda nel vuoto al semaforo.
È mio fratello anche se
non lo sa.
A lato vengo sorpassato
da una Alfa rossa aggressiva nel cambio di marcia, a lato una ragazza carina e con
esperienze sporadiche di cocaina, è acconciata come molte universitarie
carine italiane, non me lo farebbe venire duro magari abbia tutto per eccitarmi, mi
fissa male e non si sente mia sorella.
A guidare la macchina un
tizio sbarbato di fresco, dietro il collega di sinistra, pizzetto e barbetta.
A medio volume una canzone
recente di Capossela che probabilmente il ragazzo apprezza e incita mentre quello
al volante tollera a fatica, soltanto per compiacenza.
Quello davanti si scopa la
tizia al suo fianco, la tizia forse si scopa tutti e due, continuano a
osservarmi perché la carrozzeria della mia auto è sporchissima, tinteggiata di escrementi di uccelli metropolitani, è un auto che non ha alcun
fascino, ha montato su perfino il gpl.
Decido di non guardarli e
alzo la canzone che sto sentendo alla radio, un vecchio pezzo romantico di Luca Carboni.
Carboni è sottovalutato, mica lo considerano
come Capossela.
Alzo il finestrino non
per il caldo di questa notte di agosto ma perché voglio inscenare una disputa
sonora fra le tre canzoni, voglio che le onde sonore si mescolino in un
semaforo qualunque di viale Parioli.
Riguardo di nuovo il
borghese con pizzetto, non sembra accorgersi delle musiche altrui e nemmeno del
brano suonato dallo stereo della sua auto perfettamente armonizzato con il suo volto
Scatta il verde, il tizio
parte con più dolcezza dell'Alfa, resto buono terzo, non potevo fare di meglio con
la mia ripresa lenta
Si allontanano le parole
di Sting, il ritornello dice it’s probably me, c’è malinconia come nel brano di Carboni, ma è posticcia e non è colpa solo della lingua che non padroneggio
abbastanza.
Il tizio è lontano, non
so cosa cerchi nella notte.