lunedì 9 settembre 2013

Contro seconde visioni

Torno a casa e la notte non dormo, mi metto a vedere una dopo l'altra le puntate dei Soprano, le conosco a memoria, mi sono molto piu' vicini questi delinquenti dei colleghi che vedro' domani al lavoro.
Vedo quella puntata dove Cristopher Moltisanti è seduto sul divano e sembra depresso, ha la casa sottosopra, chiede a Paulie: Dove è il mio arco?
A tarda notte guardavo I Soprano a bassa voce mentre S. dormiva di là.
Avevo 30 anni e Cristopher chiedeva la stessa cosa disperato, mi sembra di essere sempre fermo li'.
Cristopher sta sempre ai margini, prima si sente non affiliato, ma anche quando lo diventerà non sarà mai soddisfatto, vuole di piu', è troppo ambizioso e nello stesso tempo lo è troppo poco, si fa di eroina.
A un certo punto si mette in testa di voler scrivere un film perchè ha questa fissa del cinema, specialmente dei film sui gangster e la mafia, sta scrivendo quando Paulie entra per portarlo fuori con due bambole e gli chiede Dove è il mio arco?
A qualcuno succede qualcosa ad un certo punto, uno cambia, parte da un punto, finisce in un altro.
Questo mi chiedevo leggendo biografie delle persone celebri, quelle piene di cose che accadono, troppe, cose che sembra non accadano piu'.
Dove è il mio arco? Lei dormiva nella stanza accanto e ci sarebbe rimasta ancora per poco, nessuna voglia di svegliarla, di fare l'amore.
Ero insensibile, anche al dolore, domenica pomeriggio perenne.
Ero a Roma da poco, ci eravamo trasferiti con entusiasmo.
Avevamo preso possesso dela mia casa progettando piccoli interventi che non avevamo mai fatto.
Al principio mi godevo cose che ora troverei assurde: il clima, i frutti al mercato all'aperto in una piazzetta vicino casa, il senso che stesse per accadere qualcosa di buono e che semplicemente non dovessimo muovere un dito per facilitare il destino.
Hai mai la sensazione che non ti accadrà mai nulla di buono? Chiede Cristopher a Paulie.
Cristopher è seduto sul divano, ha uan sigaretta mezza fumata fra le dita, Paulie è in piedi, ha i capelli bianchi tenuti su dalla gelatina, uno sguardo fisso e senza indecisioni, bicipiti ben allenati a sessant'anni.
Pisponde Certo, mi è successo e cosa cambia, sono vivo e riesco a sopravvivere, sono cresciuto, ho fatto qualche anno nell'esericito e qualcuno in galera ed ora eccomi qua, sono un mezzo bravo guaglione.
Christropher lo guarda, quasi sta per mettersi a piangere e dice io non voglio solo sopravvivere, voglio di piu'.
E non sa cos'altro aggiungere.
Dove è il mio arco?

Guardavo quella serie ogni sera e pensavo che avrei voluto essere tanto Paulie ed invece ero sempre sul punto di diventare Christopher.