Sono cresciuto in provincia in un’epoca nella quale i
minishorts non erano ancora di moda.
L’altro giorno ero a Roma steso sul prato giocando a fare il
Proust con un paio di libri al mio fianco quando sono cominciate ad arrivare a
frotte delle ragazzine vestite con pantaloncini cortissimi.
Liceali, alcune addirittura dal viso potevano sembrare
tredicenni; fissavo le cosce impietosamente, non riuscivo più a distinguere
l’età.
Se avessi vissuto la mia adolescenza in una grande città
(Milano, Roma) forse sarei stato più felice, ecco questo è il genere di
rimpianti che occupavano la mia mente mentre osservavo queste ragazzine
troppo contemporanee.
Puttane ho pensato ma poi mi sono subito pentito, mi venivano in mente
le parole di San Paolo sulla bramosia della carne, non sono cattivo, sono
soltanto un umile peccatore e un nostalgico.
Ho nostalgia dei succhiotti che non ho mai avuto, quelli che
fa una ragazza quando ha
14 anni di solito, magari 15, e ancora non conosce il sesso
per benino, almeno ai miei tempi era così...
Allora fa dei succhiotti sul collo, dei segni che i tuoi amici
vedranno, segni tangibili che ti porti dietro camminando con orgoglio. Segni
rossastri, viola.
Non ho mai avuto quei segni da portarmi appresso quando avrei
voluto, li voglio avere ora
Più tardi, assieme a due amici giornalisti, ero in un bar dove
andiamo di solito a fare l’aperitivo. Fissavamo trentenni che fingevano di
ubriacarsi al bancone con spritz e daiquiri provandoci con il barista muscoloso
e laureande in tiro che avevano coperto abilmente le loro occhiaie con l’uso
del trucco, ma nel frattempo pensavo soltanto alle mie quattordicenni al parco.
Non avevo mai fatto sesso con una quattordicenne anche quando
di anni ne avevo sedici o diciotto o venti. La ragazza più piccola di età con
cui ho avuto un rapporto completoera una ventenne, fra l’altro piuttosto
scafata come tipo. La più inesperta una venticinquenne che aveva avuto un solo
ragazzo prima di me ed era rigida come uno stoccafisso iscritto all’Azione
cattolica.
Parlavo stancamente con i colleghi dei nuovi sviluppi della
cronaca e della politica,ma la mia mente era altrove.
Pensavo a quegli quei golf che mettevano in risalto seni al
loro esordio nel mondo, a quei minishorts che mettevano in rilievo chiappe
naturalmente definite senza aver bisogno di sfiancanti sessioni in palestra.
Mi piacciono i seni piccoli che cresceranno, i seni medi che
cresceranno, i seni grandi appena sfornati.
Sono allora un maniaco? O peggio il protagonista medio
borghese dell’Ultimo bacio diMuccino? No, ho letto l’Ombra delle fanciulle in
fiore e so che in rete i video delle teenager sono fra i più cliccati sui siti
porno. Sono soltanto uno che vuole passare dalle parole ai fatti.
Il mio prossimo obiettivo è intraprendere una relazione con
una quindicenne: una liasion pornographique.
In autobus, tornando a casa, ho cominciato ad ascoltare
frammenti di conversazione delle ragazze in minishorts, parlavano sempre
incessantemente di ragazzi, quasi mai di interrogazioni, facevano così anche ai
miei tempi? Presumo di sì. Noi tornavamo a casa a piedi ed il gruppo delle
ragazze e quello dei ragazzi erano separati, ci mischiavamo poco.
Qui in città si mescolano di più, ho notato. Fra questi
frammenti, un paio di volte, mi è capitato di ascoltare confidenze sessuali,
racconti di incontri con ragazzi e uomini più grandi. Altre ragazze dicevano
vaffanculo a denti stretti quando qualche coetaneo cercava di prenderle in
giro, li trattavano male e parlavano fra di loro di masturbazione. Altre ancora
parlavano di incontri in chat suscitando la mia curiosità.
Come è
vestito lui? Mi ha detto che avrà un giubbotto di pelle nera.. se è brutto non
ci fermiamo..se è figo me lo faccio..
Poi quando torno a casa su Mtv mandano in onda interviste
girate fra San Babila e Duomo, adolescenti che ammettono di aver tradito il
proprio ragazzo, ragazze sghignazzanti che telefonano ai vj facendo battutine
allusive. Quanti anni hai? dicono
i vj, le ragazze con voci acute rispondono 16.
Sui finestrini degli autobus c’è scritto luca 6 bono,
oppure mi ti farei. Mi sorprendo ad osservare le scritte, una volta mi ricordo
di averne viste sul finestrino posteriore alcune particolarmente grandi:
quattro. Tutte firmate da una certa ade, firmate by ade. Ade aveva scritto con
quattro pennarelli diversi: uno fucsia, uno verde, uno giallo, unorosso . Per
ogni pennarello c'era una persona a cui voleva tanto bene. Scriveva di voler
tanto bene a omar, a marco, a luca, a stefano. Pensavo Ade ha un cuore
grande così oppure è soltanto una puttanella che prende in giro quattro
adolescenti? Sceglievo la prima ipotesi e avrei voluto tanto un pennarello
anche per me.
Una cosa del genere mi faceva stare male, anch’io volevo far
parte del fantastico mondo di Ade, cosa c’è di male? D’altronde sapevo che non
sarei mai riuscito, da solo, a procurarmi conoscenze contando sulla mia
capacità oratoria e poi come diavolo approcciarle senza sembrare una specie di
pervertito o qualcosa del genere?
Una mia compagna di classe a 15 anni si era messa con uno di
28, come avevano fatto ? Come si faceva una cosa così?
Non avrei mai saputo farlo ,anche se molte ragazze in autobus,
nei bar, per la strade, al parco, con minishorts, in tuta, felpa, con
gonnellini larghi mi guardano dritto negli occhi e sorridono, molto meno
timorose delle ragazze più grandi, meno consapevoli della possibilità di
tirarsela.
Sapete, le ragazze a quell’età sono terribilmente curiose ed
hanno un tempo sterminato da riempire, fin quando studiano le ragazze non
possono evitare di avere brutti pensieri, non si lasciano distrarre da cazzate
come lavoro soldi carriera o peggio ancora autorealizzazione. Dopo ci sarà sempre
il rischio del deja vu, del banale, la noia sarà dietro l’angolo, non sarà
inevitabile, ma sarà dietro l’angolo.