Milano è scienza, è naviglio, è
scala, è shopping, è movida,
è alimenti etici, è spuntini
selvatici, è chic, è tutela dell'ambiente ma è anche gioia delle
piazze in festa, e addirittura Como.
Sì Milano è Como, non so cosa
significhi ma è così.
Non so chi abbia commissionato l'inno
dell'Expo e in fondo non me ne frega, non sono qui per scrivere un
pezzo di denuncia sugli sprechi che si fanno quando si intraprendono
le grandi opere, e si giustifica tutto con un po' di lavoro in più
dato ai soliti schiavi.
Il problema è che una cosa del genere
negli anni più colorati e bui di Milano non sarebbe accaduta.
Sotto il regime craxiano degli anni '80
ci sarebbe stata una disco dance di qualità oppure un finto jazz
raffinato e ben suonato,da colonna sonora di pubblicità.
Anche negli anni ruggenti del
berlusconismo si sarebbero inventati qualcosa di meglio, un jingle di
Martelli oppure un inno retorico ma che ti entra in testa come quello
di Forza Italia, qualcosa che puoi prendere in giro ma di cui non
puoi ammirare la perfezione commerciale.
Ora invece non ci sono punti di
riferimento, la canzone dell'expo rappresenta in maniera perfetta il
paese più della marcetta dal testo polveroso e incomprensibile di
Mameli.
Milano è Salvini, Milano è Moratti,
Milano è un designer ambizioso, Milano è start up di qualsiasi
cosa.
Milano è Italia soprattutto e non è
una bella cosa da contemplare.
p.s: La società che organizza l'Expo
ha ovviamente dichiarato che si tratta di un brano non autorizzato ma
questo non cambia nulla, interpreta perfettamente lo spirito dei
tempi, spero che diventi l'inno ufficiale e comunque già lo è.
Nessun commento:
Posta un commento