Il titolo dell’evento è Immence
love.
La stradina che ci porta al villino è di quelle strette che si sono fatte
spazio fra le case assumendo con il passare del tempo la natura di autentica
strada.
Prima sabbia, poi ghiaia, quindi il passaggio all’era dell’asfalto e la
riconoscibilità pubblica per mezzo di targa apposita e rintracciabilità sul gps
che ci consente di arrivare a destinazione.
La casa bassa è stata tirata su grazie a condoni successivi o a piani
regolatori lassisti degli anni ‘70, è in una zona di Roma periferica ma in direzione mare dove ancora è
intensa l’attività di costruttori piccoli e grandi, attorno incombenti scheletri
di calcestruzzo.
Appena entriamo dentro, il
padrone di casa, in maglietta rossa con su stampato il logo della
manifestazione, ci accoglie con il suo miglior sorriso.
Ci invita a depositare le
bevande nei bidoni neri stracolmi di ghiaccio secco.
Spiega le pochissime
regole dell’evento e ci raccomanda di lasciarci andare, sembra lui il primo a
non esserne persuaso.
Andiamo a rifornirci di
cibo a un buffet, sono le quattro e mezzo e la masturbazione mi ha fatto venire
ancora più fame.
Alla festa ci sono fintissimi figli dei fiori, la cosa peggiore è che il
lunedi andranno a lavorare e già si accingono a lamentarsi ad alta voce della
crisi che potrebbe mettere a rischio il loro posto fisso.
Sul loro giornale di riferimento il direttore barbuto e ottuagenario oggi
descriveva liricamente gli arbusti della residenza estiva del presidente della
repubblica che sta andando a intervistare, definiva ilare il verso dell’upupa
che risuonava nel parco antistante l’edificio, quindi si dichiarava preoccupato
per il paese.
Il regolamento affisso su una bacheca con ghirigori grafici attestanti vane
ambizioni creative prevede scoppi di gioia improvvisa, mi guardo attorno, la spensieratezza
mi sembra immotivata.
Sul prato verde rasato meticolosamente persone sdraiate, consentito l’uso
di marjuana con moderazione, i gruppetti restano separati, alcuni sono venuti
con compagna e se la tengono stretta gelosamente, altri addirittura con bambini
molesti che spruzzano acqua dalle pistole e cercano di fregarti il posto al
tavolo del ping pong.
Sono tutti lavoratori che credono nell’amore e non lo compiono.
In una festa simile negli anni
’70 ci sarebbero stati degli accoppiamenti esibiti, qui invece tutto termina
con delle simulazioni.
Simulazioni di barbecue alll’americana, simulazioni di ubriacature,
simulazioni di musica.
Un tizio monta una batteria Pearl con doppia cassa, prevedo del rock,
invece un trio suona del rytmn’ and blues blando alternato a classici degli
anni ’60 e ’70, un medley di Doors
e Led Zeppelin che seguo a fatica, qundi partono delle improvviszioni che non
portano a nulla.
Non sopporto gli assolo ecco perchè mi annoio spesso ai concerti jazz, prima
o poi inizia sempre uno con il suo maledetto pezzo solista, presume di
dimostrare la sua bravura; gli anni passati ad imparare uno strumento sono esposti
tutti lì davanti a te, a farsi ammirare.
Gli altri musicisti stanno lì senza far
niente, aspettano annoiati anche loro come me ma fingono di essere estasiati, ogni
tanto abbassano la testa con un segno di approvazione, altre volte la scuotono
simulando uno stupore per una capacità tecnica intravista da loro e che io
trovo vana.
E’ un grande trucco, tutti fingono di
credere in qualcosa su cui non c’è alcun fondamento.
Detesto i musicisti, quasi il 99 per cento di loro non valgono nulla,
bisognerebbe promulgare una legge che preveda una patente per suonare in
pubblico, detesto sopratuto le cover band, cosa
spinge a cantare canzoni di altri e vestirsi come se fossimo in un’altro tempo ?
Bisognerebbe provare ad essere originali
nella vita, anche se si sbaglia, bisognerebbe sempre cantare nella lingua che
ti hanno insegnato da piccolo, cantare in un’altra lingua non ti riuscirà mai
bene.
Alla migliore cover band preferisco la band di dilettanti che hanno il coraggio
di lasciarsi demolire da quelli come me.
E’ piu facile fare il musicista che lo scrittore se vuoi beccare figa,
forse è questo il motivo di tutti questi suonatori.
Anche questi tre che suonano oggi stanno esibendosi solo per la figa.
Il tastierista si mette a petto nudo, ogni tanto scherza imitando le voci
di quelli famosi.
Sopratuttto Berlusconi, funziona sempre Berlusconi, ha la voce pù imitabile
del mondo, nessuno è come lui, penso che si sia scelto la sua voce di proposito
come il sorriso che secondo quelli di Repubblica è dovuto a uno specifico allenamento
intensivo di un osso, il massettere, ci scrissero un pezzo assurdo anni fa.
Non riesco a nascondere la noia, leggo senza alcun
interesse una rivista, mangio per occupare il tempo, fisso per quasi mezzora una
ragazza che fa roteare dei nastri,
assolutamente conscia di avere un gran culo.
Il culo è fasciato da un pareo, il perizoma
divide in due sezioni perfettamente simmetiche le chiappe, commento con un mio
amico.
Psservo i movimenti di tizi che provano approcci rapidi e goffi, noto con indifferenza i tentativi senza conseguenze.
Qualcuno alla fine della festa resterà sull’erba a guardare le stelle
pensando che anche stavolta non è riuscito a metterlo dentro a nessuna e che
domani si lavora, e via di questo passo con le recriminazioni.
Dall’altra parte del giardino arriva la voce chiara e ben amplificata dell’organizzatore
che estrae i numeri della lotteria
di autofinanziamento, in regalo magliette, borse e cappellini che
sottoscrivono l’allegria.
Prima di iniziare l’estrazione il ragazzo con barbetta incanutita ringrazia
il padre e la madre, anche se cerca di essere leggero il tono della voce
risuona emozionato, la cosa mi fa
ribrezzo.
Il padre ha più personalità del figlio, non è mai stato un hippie ma ha
pensato per un momento di volerlo diventare.
A fine serata i musicisti smettono finalmente di suonare, qualcuno seleziona
delle canzoni da un computer per far ballare la gente, è un ballo che non ha
scopi sessuali, è completamnte autosufficiente, inutile, c’è il triangolo di
Renato Zero, tainted love, tutte parlano di sesso, nessuno raccoglie il
suggerimento.
La coppia piu sensuale è formata da due sessantenni insegnanti di liceo
venuti qui con pantaloni colorati, lui a petto nudo si bacia la bella quasi andata,
se la tira sulle gambe mentre in sottofondo c’è una canzone dei Beatles.
Gente più giovane di me si scatena ascoltando il twist, li compiango
scuotendo la testa mentre mi muovo in pista simulando scioltezza.
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