Sono
appena arrivato a Cracovia da un viaggio più lungo del previsto.
La
mia ospite aspetta due amici, si prospetta una sessione di conversazione in
inglese, sono stanco ma proverò a sentirmi a mio agio.
Voglio
che tutti si sentano a loro agio: io, gli altri, da anni ho deciso di
seppellire la mia diffidenza, così ora dormo in case di sconosciuti ed ospito
estranei completi.
I
due amici arrivano, sono di un tipo che ultimamente ho imparato a conoscere.
Parlano
benissimo inglese, sono studenti, o se non lo sono, fingono di esserlo
eternamente, parlano continuamente del loro passato recente di studente, di
feste dove tutti hanno dormito per terra, fanno allusioni al sesso.
Le
feste pero sono già più raccontate che vissute, si avvicinano alla trentina e nelle
loro storie allegre si insinua la funerea prospettiva dalla serietà.
Si
alzano presto la mattina, lavorano per multinazionali, dormono poco ma ancora
per poco, prima o poi rischieranno di crollare e si accorgeranno di colpo che
hanno bisogno di passare più tempo in casa tranquilli.
Da
questa consapevolezza ad una storia fissa e stabile il passo è breve, per ora
continuano a mantenersi giovani gestendo relazioni transitorie con messaggi al
cellulare e mezzi sorrisi rivolti agli amici, mostrano una eccessiva serenità nelle
loro storie ufficiose, detesto i loro scopamici.
Chi
ha uno scopamico è un vigliacco, se deve essere occasionale il sesso deve
esserlo per davvero, devi andare con uno e poi dimenticarlo, non c’e niente di
più reazionario di avere un amante fisso con io quale instauri una noiosa
confidenza.
Sono
acuti come le serie televisive di cui si cibano, le conoscono tutte, quelle
drammatiche, quelle comiche, da un pezzo io non le guardo più e faccio fatica a stargli al passo, a
comprendere le loro continue citazioni.
Dei
suoi due amici il ragazzo all’inizio è scortese nei miei confronti, evita
platealmente il mio sguardo mentre mi stringe la mano senza calore, è chiaramente
innamorato della ragazza che mi ospita, le fa battute cattive alternate a tentativi
di ingraziarsela.
Solo
dopo, quando capisce che non c’è alcun pericolo, inizia a comportarsi meglio, ma cerca comunque
di mettermi in difficoltà chiedendomi continuamente se sono familiare con
questo o con quello.
Sei
familiare con South Park ? Conosci Big Bang Theory ? Un po’ fingo di essere
familiare, un po’ ammetto le mie lacune, per essere così maledettamente giovane
è piuttosto in gamba, ma ripete le battute che scrivono per lui sceneggiatori
stranieri e nello stesso tempo si illude di essere abbastanza anticonformista da
poter essere all’occorrenza perfino originale.
Dopo
un’ora le sue frasi iniziano a diventare poco efficaci e mi cominciano ad
annoiare.
Se
parlassero fra loro in polacco almeno, potrei starmene ad occhi chiusi a farmi coccolare
dai suoni di una lingua che non conosco, e illudermi che le cose dette siano più
interessanti.
Invece
devo restare concentrato perché sono così insopportabilmente educati e parlano
inglese solo per me, mi perdo, poi recupero il filo del discorso, ogni tanto intervengo
fingendomi partecipe ad una conversazione di cui non mi interessa nulla.
Ora
parlano di lavoro, di studio, poi parlano di vini economici, di strani intrugli
fatti con alcool puro e alcool denaturato, di cocktail da studenti che ti
ubriacano con pochi soldi e senza accorgertene visto che essere troppo
consapevoli per loro è comunque un difetto.
In
ogni parte del mondo, Polonia, Francia, Svizzera, Norvegia, è lo stesso, questi
studenti ed ex studenti finiscono per parlare di cinema, di prodotti audiovisivi,
si mostrano a vicenda video buffi su You Tube, sono ossessionati dal
divertimento e dallo svago, hanno bisogno di bere molto per scopare con meno
inibizioni.
Fingono
di non avere sensi di colpa, di essere emendati dal concetto di peccato, hanno
vergogna delle paure materne.
Coltivano
sempre dei sogni per pensare di fregare gli altri quando arriverà il momento in
cui la vita li reclamerà a riprodursi: aprire un ristorante, essere
completamente devoti a un principio, sia esso il veganesimo o la difesa delle
piste ciclabili.
Lo
so, sono bravissimi ragazzi, aperti nei confronti del mondo, superficialmente curiosi, mi
chiedono del mio paese, di piccole usanze, di stili di vita e difetti governativi,
poi di colpo provano ad annullare tute le distanze come fanno le città con i loro centri storici sempre più
identici, tutti ugualmente patrimoni dell’Unesco.
Sono
simpatici, il tizio ora ha smesso definitivamente di mettermi alla prova,
sorride anche alle mie battute, cerca di essermi davvero amico, a suo modo, in
modo transitorio, poco coinvolto, per queste due ore che siamo costretti a
passare assieme.
So
che non mi ha fatto nulla di male, che è mediamente buono, che è dalla parte
giusta delle cose, però non posso fare a meno di detestarlo.
Più
sono simpatici e più li detesto, preferirei che se ne stessero in silenzio a
fissare il pavimento o le pareti.
Vorrei
che mi stupissero.
Bravo!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina(:
RispondiElimina1-Che quella sera volevi stare solo con il silenzio si capisce già da qui: "Se parlassero fra loro in polacco almeno, potrei starmene ad occhi chiusi a farmi coccolare dai suoni di una lingua che non conosco, e illudermi che le cose dette siano più interessanti." . Non c'è bisogno di andare oltre (:
2-Non ci sono persone "mediamente buone",ci sono persone mediamente alte..ad esempio.
3-Se questo fosse il blog di un ventenne allora l'ultima frase sarebbe .. interessante. Ma in questo caso, mi sa molto di "che scemo che ero una volta.."
4-Non c'è peggior modo di vivere che aspettare che gli altri ti stupiscano.
5- "Sono di un tipo che ultimamente hai imparato a giudicare senza prima conoscere." (: