martedì 1 maggio 2012

Contro studenti


Sono appena arrivato a Cracovia da un viaggio più lungo del previsto.
La mia ospite aspetta due amici, si prospetta una sessione di conversazione in inglese, sono stanco ma proverò a sentirmi a mio agio.
Voglio che tutti si sentano a loro agio: io, gli altri, da anni ho deciso di seppellire la mia diffidenza, così ora dormo in case di sconosciuti ed ospito estranei completi.
I due amici arrivano, sono di un tipo che ultimamente ho imparato  a conoscere.
Parlano benissimo inglese, sono studenti, o se non lo sono, fingono di esserlo eternamente, parlano continuamente del loro passato recente di studente, di feste dove tutti hanno dormito per terra, fanno allusioni al sesso.
Le feste pero sono già più raccontate che vissute, si avvicinano alla trentina e nelle loro storie allegre si insinua la funerea prospettiva dalla serietà.
Si alzano presto la mattina, lavorano per multinazionali, dormono poco ma ancora per poco, prima o poi rischieranno di crollare e si accorgeranno di colpo che hanno bisogno di passare più tempo in casa tranquilli.
Da questa consapevolezza ad una storia fissa e stabile il passo è breve, per ora continuano a mantenersi giovani gestendo relazioni transitorie con messaggi al cellulare e mezzi sorrisi rivolti agli amici, mostrano una eccessiva serenità nelle loro storie ufficiose, detesto i loro scopamici.
Chi ha uno scopamico è un vigliacco, se deve essere occasionale il sesso deve esserlo per davvero, devi andare con uno e poi dimenticarlo, non c’e niente di più reazionario di avere un amante fisso con io quale instauri una noiosa confidenza.
Sono acuti come le serie televisive di cui si cibano, le conoscono tutte, quelle drammatiche, quelle comiche, da un pezzo io non le guardo più e  faccio fatica a stargli al passo, a comprendere le loro continue citazioni.
Dei suoi due amici il ragazzo all’inizio è scortese nei miei confronti, evita platealmente il mio sguardo mentre mi stringe la mano senza calore, è chiaramente innamorato della ragazza che mi ospita, le fa battute cattive alternate a tentativi di ingraziarsela.
Solo dopo, quando capisce che non c’è alcun pericolo, inizia  a comportarsi meglio, ma cerca comunque di mettermi in difficoltà chiedendomi continuamente se sono familiare con questo o con quello.
Sei familiare con South Park ? Conosci Big Bang Theory ? Un po’ fingo di essere familiare, un po’ ammetto le mie lacune, per essere così maledettamente giovane è piuttosto in gamba, ma ripete le battute che scrivono per lui sceneggiatori stranieri e nello stesso tempo si illude di essere abbastanza anticonformista da poter essere all’occorrenza perfino originale.
Dopo un’ora le sue frasi iniziano a diventare poco efficaci e mi cominciano ad annoiare.
Se parlassero fra loro in polacco almeno, potrei starmene ad occhi chiusi a farmi coccolare dai suoni di una lingua che non conosco, e illudermi che le cose dette siano più interessanti.
Invece devo restare concentrato perché sono così insopportabilmente educati e parlano inglese solo per me, mi perdo, poi recupero il filo del discorso, ogni tanto intervengo fingendomi partecipe ad una conversazione di cui non mi interessa nulla.
Ora parlano di lavoro, di studio, poi parlano di vini economici, di strani intrugli fatti con alcool puro e alcool denaturato, di cocktail da studenti che ti ubriacano con pochi soldi e senza accorgertene visto che essere troppo consapevoli per loro è comunque un difetto.
In ogni parte del mondo, Polonia, Francia, Svizzera, Norvegia, è lo stesso, questi studenti ed ex studenti finiscono per parlare di cinema, di prodotti audiovisivi, si mostrano a vicenda video buffi su You Tube, sono ossessionati dal divertimento e dallo svago, hanno bisogno di bere molto per scopare con meno inibizioni.
Fingono di non avere sensi di colpa, di essere emendati dal concetto di peccato, hanno vergogna delle paure materne.
Coltivano sempre dei sogni per pensare di fregare gli altri quando arriverà il momento in cui la vita li reclamerà a riprodursi: aprire un ristorante, essere completamente devoti a un principio, sia esso il veganesimo o la difesa delle piste ciclabili.
Lo so, sono bravissimi ragazzi,  aperti nei confronti del mondo, superficialmente curiosi, mi chiedono del mio paese, di piccole usanze, di stili di vita e difetti governativi, poi di colpo provano ad annullare tute le distanze come fanno le città con i  loro centri storici sempre più identici, tutti ugualmente patrimoni dell’Unesco.
Sono simpatici, il tizio ora ha smesso definitivamente di mettermi alla prova, sorride anche alle mie battute, cerca di essermi davvero amico, a suo modo, in modo transitorio, poco coinvolto, per queste due ore che siamo costretti a passare assieme.
So che non mi ha fatto nulla di male, che è mediamente buono, che è dalla parte giusta delle cose, però non posso fare a meno di detestarlo.
Più sono simpatici e più li detesto, preferirei che se ne stessero in silenzio a fissare il pavimento o le pareti.
Vorrei che mi stupissero.

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. (:
    1-Che quella sera volevi stare solo con il silenzio si capisce già da qui: "Se parlassero fra loro in polacco almeno, potrei starmene ad occhi chiusi a farmi coccolare dai suoni di una lingua che non conosco, e illudermi che le cose dette siano più interessanti." . Non c'è bisogno di andare oltre (:
    2-Non ci sono persone "mediamente buone",ci sono persone mediamente alte..ad esempio.
    3-Se questo fosse il blog di un ventenne allora l'ultima frase sarebbe .. interessante. Ma in questo caso, mi sa molto di "che scemo che ero una volta.."
    4-Non c'è peggior modo di vivere che aspettare che gli altri ti stupiscano.
    5- "Sono di un tipo che ultimamente hai imparato a giudicare senza prima conoscere." (:

    RispondiElimina