lunedì 12 dicembre 2011

Contro il mondo (e gli autori del Trivial Pursuit)


Quale pilota ha vinto un titolo di Formula 1 guidando un auto da lui stesso progettata?
Mi era venuto subito in mente Brabham ma senza una ragione apparente avevo detto Ascari.
La risposta giusta era proprio Brabham e il fatto di averla sbagliata mi aveva provocato uno scatto di disappunto.
Sono una persona competitiva.
Me ne accorgo ancora più di prima da quando pratico la scherma.
Negli esercizi sono contratto, non riesco ad essere sciolto con i polsi, a volte smarrisco il baricentro o piego troppo la schiena, tutti i miei compagni tirano da anni e sono più bravi di me.
Ma quando sono sulla pedana divento grintoso, non mi tiro mai indietro, colpisco, paro d’istinto, vinco spesso all’ultima stoccata.
Mi piace vincere ai giochi, a Subbuteo quando ero bambino, a poker quando avevo quattordici anni, a qualsiasi quiz.
Sono cresciuto con i quiz di Bongiorno, con le domande di cultura generale e di attualità in prima serata, anche rispondere ai quesiti a volta insensati di Trivial Pursuit mi diverte.
Sono piuttosto forte, non sono un fuoriclasse da parole crociate, ho delle lacune sulla mitologia classica e sulla storia antica, e non ho grandi nozioni scientifiche ma per il resto so un po’ di tutto.
La proposta del Trivial Pursuit era l’unica scappatoia che mi era rimasta per evitare il silenzio e il vino bevuto cercando di mantenere un contegno di facciata.
All’improvviso un dettaglio ti può fregare, una parola detta male, una semplice allusione involontaria.
Così le piccole schermaglie, le discussioni sorridenti, i tentativi di suscitare il riso non hanno più senso, crolla tutto e devi cercarti un rifugio provvisorio.
Tutto accade in un attimo, prima eri allineato o almeno fingevi di esserlo, dopo sei completamente tagliato fuori.
Il mio cambio d’umore repentino è potuto sembrare un po’ una posa e forse lo è stata ma qualsiasi posa tenuta a lungo finisce per diventare realtà.
Così me ne sono andato da solo in giardino, mangiando con le mani una fetta di pane e una mozzarella; quando sono ferito non smetto di mangiare, cambio solo il modo di farlo, mi preoccupo ancor meno della forma, ingerisco il cibo guardando fisso un punto nel vuoto.
Hai un modo di guardare strano a volte, mi diceva, ti fissi su un punto e ti perdi.
Come se quel punto non fossero stati troppe volte i suoi occhi.
Seduto sul gradino freddo, sono riuscito con difficoltà a resistere agli assalti ripetuti del come ti senti, ai tentativi di estorcere motivi, mi sono fatto toccare le spalle senza rilasciare alcuna dichiarazione che non fosse palesemente vaga.
Poi me ne sono andato al mare, ritrovandomi davanti ad una rete di ferro con un bicchiere di birra in mano.
Ho appoggiato la fronte alla rete che delimita il campo di basket del villaggio vacanze, ho osservato la luce lunare tagliare il campo immaginando una sequenza da telefilm statunitense.
Il mare agitato alle mie spalle avrebbe potuto essere oceano, d’altronde siamo così platealmente fuori stagione che potremmo fingere di trovarci altrove.
In che stato degli Usa si trova il parco di Yosemite?
Io e Gerald ci siamo stati, sappiamo tutti e due la risposta: è in California.
Uno a uno.
Mi stavo annoiando delle solite due squadre che si erano formate ed avevo suggerito una  variante, giocare io solo contro gli altri sei, l’ho fatto forse per rispettare l’immagine che ho di me o forse soltanto perché mi sentivo in dispari con l’universo.
Ora sto sfidando il mondo.
Paolo contro il resto del mondo.
Come alcune partite di calcio degli anni ’80 in cui la squadra che aveva vinto i Mondiali affrontava in un’amichevole una selezione mista di giocatori delle altre nazioni.
Sono piuttosto ossessionato dagli anni, catalogo così le cose, non soltanto le canzoni, gli stili architettonici e i vestiti ma anche gli oggetti più impensati.
Tutto è preferibilmente anni ’80, ma ci sono anche abitudini anni ’60, tinte anni ’70, concetti anni ’30 e così via.
Non mi sono mai accorto veramente della mia mania prima che lei me lo dicesse, considerai la sua osservazione come l'ennesimo segno di intelligenza acuta, in quel momento corri davvero il rischio di innamorarti. 
Una volta le avevo detto che gli stuzzicadenti sono sicuramente un accessorio anni ’80.
All’epoca tutti li chiedevano dopo pranzo, al ristorante li mettevano sul tavolo assieme ai grissini, anche loro legati indissolubilmente a quegli anni,  ora sono quasi spariti, non li vedo più usare in pubblico, difficile che qualcuno si azzardi a chiederli ad un cameriere.
Io ho sempre detestato gli stuzzicadenti ed adorato i grissini.

Aveva reagito scuotendo la testa e ridendo, ho escogitato perfette battute e osservazioni originali grazie alla sua presenza, peccato non averle registrate o trascritte in qualche modo, avrei potuto servirmene per il futuro, a volte penso che con lei siano andate sprecate.

Per questo forse sfido il mondo e reagisco con piccoli brividi di soddisfazione ad ogni risposta giusta che i miei avversari non conoscono.

Il loro punto di forza è la varietà e il mutuo soccorso, il loro punto di debolezza la democrazia.
Devono riflettere su ogni quesito, a volte si fidano dei componenti più abili, altre volte è inevitabile l’inizio di una discussione pacata che rallenta i loro tempi di reazione, e può portarli fuori strada.
In cima alla lista dei miei viaggi per esempio da anni ho un luogo, per questo ora so benissimo la risposta da dare alla domanda “quale nazione  ha un abitante ogni 1,6 chilometri quadrati?”
Il mondo pondera varie opzioni, Canada, Australia e Russia, la voce che suggerisce l’ipotesi Mongolia è troppo flebile o poco convinta, finiscono per scegliere Canada.
Arriva il mio turno, rispondo Mongolia certo che non ci può essere un’altra nazione così spopolata.
I limiti della democrazia contro l’autosufficienza illusoria del singolo.
Il mondo alla fine vincerà come sempre ma so che lo farà di misura e che potrò consolarmi con un paio di risposte vincenti come questa.
In fondo piuttosto che ubriacarmi come in una brutta sceneggiatura o continuare a girovagare per la spiaggia simulando grandi riflessioni, meglio rimanere qui a sfidare gli autori del Trivial, sempre alla ricerca di domande moderatamente stravaganti.

2 commenti:

  1. sicuramente una delle tue migliori critiche, alcune risposte mi rimarranno sempre impresse, brabham, mongolia, 22,non per cultura personale ma solamente perchè incontrate quella notte.
    le risposte più importanti però le ho avute dalla possibilità di conoscervi meglio.

    firmato, un piccolo paese del resto del mondo.

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  2. a Subbuteo perdevi sempre... almeno con me...

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