martedì 3 gennaio 2012

Contro Alitalia





A Natale il passato ritorna in mente, è una cosa risaputa e banale, ma è più vera per certe persone e per certi segni dello zodiaco.
I Pesci vivono con la mente rivolta al passato ed io non sono da meno.
C’è chi arrabbia quando gioco a fare l’astrologo e dico frasi buttate lì sulle caratteristiche dei segni.
Di solito finisce che cito Miller e le sue dissertazioni strampalate sulla Luna in terza casa e su Marte in congiunzione con Urano.
Le vigilie mi piacciono proprio a causa della mia incapacità di lasciare andare il passato.
Di solito la vigilia di Natale la trascorrevo crogiolandomi nella luce artificiale del soggiorno e uscivo soltanto per verificare come fossero sempre identici i convenevoli borghesi della mia città.
Cercavo di uscire nelle ore in cui il corso principale si era già sufficientemente svuotato per evitare di dover rispondere alle domande su dove ero finito, sul lavoro che facevo e sul mio status relazional sentimentale.

La vigilia di Capodanno invece era il giorno del bilancio, nell’interminabile pomeriggio del 31 prima di cena decidevo le prossime mosse a tavolino in modo puerile come se il libero arbitrio potesse sempre prevalere.
L’anno scorso il 31 fu strano, ero a Roma a fingere di dover preparare gli ultimi preparativi del viaggio per Buenos Aires.
Ci mettevo un’eternità per sbrigare cose da nulla: mettere a posto gli ultimi dettagli del beauty-case, prenotare telefonicamente il taxi, cambiare temporaneamente piano telefonico del mio cellulare.
Per la prima volta avrei passato Capodanno a  bordo di un aereo, fusi orari diversi e la alta velocità dell’aeromobile rendevano complicato prevedere l’ora esatta in cui sarebbe scoccata la mezzanotte o se ci sarebbero state varie mezzanotte da festeggiare a seconda del nostro spostamento.
Ero comunque convinto che il pilota, il copilota e le assistenti di volo sapessero esattamente quando sarebbe stato il  momento giusto per comunicare l’inizio del nuovo anno e che solo per quella notte alla cena usuale  sarebbe stato aggiunto in coda un bicchierino di spumante economico, ma l’Alitalia anche in questo caso mostrò la sua inettitudine burocratica e così ci fu offerta la solita cena con le consuete scelte binarie e nessuno in alcun momento ci augurò a nome della compagnia, dell’equipaggio o del mondo intero un felice anno nuovo.
La gente guardava ogni tanto gli orologi ipotizzando una mezzanotte virtuale, ma nessuno ebbe il coraggio di proporre un brindisi attingendo alle bevande gratuite disponibili sui tragitti intercontinentali.
Non ci furono abbracci né strette di mano fra sconosciuti, un anno finì e l’altro cominciò senza il minimo accenno alla cosa.
Forse già da quello dovevo prevedere che l’anno non stava iniziando affatto bene.

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