sabato 25 febbraio 2012

Contro nomadi (digitali)


Quando lavoravo al tg una volta è arrivato un tizio a presentare un libro che stava facendo parlare di sé.
Si chiamava Perotti, il libro si  intitolava Adesso basta, quando diceva adesso basta intendeva dire basta lavorare, o lavora in modo diverso.
Mi dovrebbe essere stato simpatico visto che sono contro l’elogio del lavoro a ogni costo, contro ogni morale ed etica basata sulla fatica, sull’impegno costante per ottenere dei risultati ma non fu così, la coerenza non è sempre una virtù.
Si presentò in redazione vestito casual elegante, quarant'anni, barbetta, si guardava continuamente le scarpe e sorrideva in giro con aria di superiorità.
E' il solito tipo che faceva il dirigente e infatti orgogliosamente ricorda nelle sue quarte di copertina il suo lavoro figo, era arrivato al vertice e aveva mollato tutto, gratifiche economiche e psicologiche, per iniziare a fare lo skipper, era ancora fiero del suo passato e d’altronde il suo passato lo marchia a vita, non ha scampo.
Il suo ego lo accerchia da tutti i lati.
Se lavori anni in una azienda multinazionale e riesci a salire tutti gli scalini fino ad arrivare su qualche cima e guadagnare stipendi, ottenere viaggi in business e sorbirti i complimenti dei tuoi capi senza vergognarti, sei finito in partenza.
Iscriverti a una setta buddista, scappare da qualche parte, andare a circumnavigare il mondo come un Vasco de Gama in fibra di carbonio, non ti può più salvare.

È finito il tempo della conversione, dei San Paolo sulla strada di Damasco, dei cambiamenti di vita, se in questo sistema sei pasciuto fino alla marcescenza non puoi più tornare indietro.

Malgrado i tuoi orribili gilet da vela, resterai sempre il dirigente e arrampicatore sociale che eri, d’altronde in Italia la vela è uno sport per gente di entroterra.

Sei un po’ più asciutto di prima, più atletico certo, hai le lentine al posto degli occhiali da sfigati che portavi prima, quelli ultraleggeri da manager.
Ma la sostanza resta la stessa.
Poi finisce che scrivi un libro, il libro viene pubblicato da una casa editrice importante che crede in te e cavalca l’onda, finisce che hai successo e vieni invitato a parlare della tua filosofia trita e ritrita e il ciclo si chiude.
La tua vita di prima ti assale da ogni parte, ne parli per contrasto ma ne sei invischiato sempre.

Ci sono questi nomadi digitali, ora, sostengono che puoi lavorare dove vuoi, non mettere radici mai, è la loro filosofia di vita, utilizzare le risorse del web per viaggiare lavorando.
Sul loro sito foto di portatili e smartphone su spiagge tropicali, al lato cocktail dall'aria caraibica, è l'aggiornamento 2.0 del vecchio e mai tramontato sogno dell'aprire un chiringuito in Centro America.
Citano Twain, Chatwin, soliti noti riferimenti, ma anche Perotti.

Parlano di libertà, di coraggio, di scelta che contrasta con le regole del consumismo, non ne capisco bene le ragioni, i loro accessori tecnologici e i lavori prospettati da piccolo imprenditore free lance, da consulente informatico, fotografo o giornalista mi sembrano assolutamente organici alla società contemporanea, a tutti i suoi vizi.
Le foto degli esempi di chi ce l’ha fatta sono sorridenti e ritoccate, creano illusioni e frustrazioni, mi fanno ritenere
che in fondo sono degli egoisti, se tutti mettessero la libertà prima di ogni altra cosa non ci sarebbe condivisione, amore, mi sembra che se la vogliano solo spassare.
La loro libertà significa sempre calpestare i sentimenti di qualcuno, di una donna, di un uomo.
Se si innamorano cosa fanno, lasciano la donna o la portano con sé? Vorranno mai avere un figlio o un cane, sono futuri separati, futuri divorziati, futuri ex amanti, lo scrive uno che non ha il minimo rispetto per la famiglia tradizionale.

Pochi riescono a viaggiare ed essere centrati in se stesso, di solito è gente che sarebbe centrata anche se ferma in un posto per trent’anni.
Il viaggio quasi mai cambia le cose, ho conosciuto troppi idioti che hanno percorso il mondo senza essere minimamente maturati.
Un amico mi chiese una volta se non mi annoiassi dopo un po' a viaggiare, non ci impiegai tanto per capire cosa intendesse.
Le eccezioni ci sono, ovviamente, ma sono poche ed invece i nomadi digitali incitano tutti ad esplorare le proprie molto presunte capacità,  i loro consigli sono quelli tipici dei manuali di auto aiuto che vendono negli autogrill secondo i quali tutti hanno qualità nascoste e possono migliorare la posizione lavorativa.
La triste verità è che molti non hanno queste qualità e anche quando ce l’hanno, troppe volte nessuno le noterà.
La triste verità è che non tutti i lavori possono farti girare e che sarebbe giusto starsene a casa, anzi in alcuni casi sarebbe davvero doveroso.


C’era ad esempio sto idiota del couchsurfing che viaggiava da mesi e all’inizio pensavo che la cosa fosse interessante e invece quando ci parlavi capivi che conosceva solo un po’ di labbra di donne e qualche piatto etnico, per tutto il resto era un bambino viziato in cerca di attenzioni, un idiota completo senza speranze che il viaggio aveva reso ancora più ebete e schiavo delle tentazioni del nuovo, succube dei nuovi posti dove dimenticare la suo vuotezza siderale, i suoi traumi irrisolti, la sua nullità.

23 commenti:

  1. ma per caso questo bimbo viziato voleva imparare 10 lingue in 10 mesi????sei tremendooooooooooooooooo

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  2. Ok ne deduco che non hai letto il pezzo :-)

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  3. Woowarghfgrrsgnarfmmumblemmh...
    questo è ciò che mi ha suscitato questo post ma dubito che potrei fermarmi qui e tu comprendere. (sarebbe bello sì)
    Anche per motivazioni personali e sconosciute ai più.

    Avevo seguito abbastanza bene la vicenda Perotti ai tempi del clamore soprattutto perchè legata al mio intento di allora.
    Mollare tutto e salire su una barca a vela. Ma l'idea non me l'aveva data il Perotti...
    Senza quindi essere un'ex dirigente di nulla se non della mia vita e questo faceva la differenza per poi non essere perseguitata dalla marcescenza.
    Concordo su molta della tua critica ma solo perchè hai aggiunto un "digitali" in parentesi.
    Ho conosciuto "nomadi" del mare che mai e poi mai si sarebbero sognati di andare in tv, scrivere un libro, aprire un blog ed elargire consigli di vita.
    Quelli erano nomadi veri che conoscevano il significato della parola libertà o quantomeno non avevano la presunzione di insegnarlo.
    C'è tra l'altro qualcosa che mi ha stonato nel tuo scritto o di cui forse non ho capito il significato più profondo.
    "La loro libertà significa sempre calpestare i sentimenti di qualcuno, di una donna, di un uomo.
    Se si innamorano cosa fanno, lasciano la donna o la portano con sé? Vorranno mai avere un figlio o un cane, sono futuri separati, futuri divorziati, futuri ex amanti"

    Ma perchè??
    Perchè la libertà di decidere come vivere e metterlo in atto, dovrebbe significare calpestare il prossimo e i suoi sentimenti?
    A meno che la tua "libera" scelta non riguardi l'omicidio o comunque azioni violente, non vedo la connessione.
    Se ti innamori di una donna, probabilmente è perchè guardate nella stessa direzione, e in quella ci si può incamminare, pure insieme a un cane...perchè no?
    Ho conosciuto nomadi sui mari con tanto di moglie, figli e cane a seguito di una bellezza commovente, completamente e felicemente fuori da un vivere comune e socialmente "accettato" e compreso (le due cose sono strettamente collegate come sai).
    Quando mi tornano in mente penso a tutti gli errori che non avrei dovuto commettere per giungere fin qui.

    E c'è sempre tempo per "salvarsi".

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  4. Potremmo prendere un caffè insieme e discuterne.
    Non ti è mai venuta quest'idea? ;)

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  5. Ok, ho cliccato su "Eleonora" e ho capito perchè hai scritto questo post...
    Quello che ho espresso è fuori dal vostro mondo.

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    1. Tema interessante.
      Ci sarebbe tanto da dire.

      Concordo sul fatto che ora, viaggiando, è facile incontrare travellers, giovani o/e meno giovani che non sanno perché viaggiano.
      Cosa sono andati a cercare, a trovare.

      Nelle nostre società, il viaggio sia a lungo che a breve termine, benché imprese completamente diverse, è sempre considerato come essendo benefico.
      Per l'individuo.
      Per la collettività.
      Comunemente accettato da tutti come portatore di un valore particolare.
      Una virtù.
      Innegabile.

      Però quando si ferma il dibattito, nasce il sospetto.
      L'originalità è stata sostituita per il conformismo.
      Geni del marketing, Perotti, Fabio Volo….ce l'hanno venduto tutti.
      Un brainwashing continuo.

      Mi fa sempre pensare a quelli hippy, frichettoni, punk, o altri membri di gruppi che vorrebbero essere in margine del vivere insieme e che ti tengano i discorsi più conformisti che abbia mai sentito.

      i nostri andavano a lavorare, compravano case, mettevano famiglie senza chiedersi il perché.
      Era l'idea della felicità che era stata venduta a loro.
      Cosa ci vendono…a noi ?

      Viaggiando uno può percorrere paesaggi strepitosi, vedere siti importanti della storia , fare incontri straordinari, divertirsi…. tanto…., e certo è una soddisfazione sia fisica che intelletuale, una gioia egoista.
      Condivisa o no.
      Uno viaggia per sé. Mi sembra banale dirlo. Poco rilevante.

      Però non si trova altro sulla strada.
      Non ci sono risposte.
      Pensare che il viaggio sia la garanzia che la propria vita sarà piena, immensa, in qualche modo riuscita, ricca di senso, quando verrà il momento del bilancio…
      è già un fallimento.
      Non ti rende migliore.
      Il nomade non è meglio del sedentario.
      E non c'è garanzia di vivere più felice, viaggiando che fermo.
      Mollando tutto che rimanendo...

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    2. Scusa OrsaBipolare... va letto come un commento aggiunto e non come una risposta

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  6. Perchè ho scritto questo post..? beh i nomadi che dici tu beh quelli là li rispetto,...

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  7. Mi fa sempre pensare a quelli hippy, frichettoni, punk, o altri membri di gruppi che vorrebbero essere in margine del vivere insieme e che ti tengano i discorsi più conformisti che abbia mai sentito.
    molto d'accordo..


    Pensare che il viaggio sia la garanzia che la propria vita sarà piena, immensa, in qualche modo riuscita, ricca di senso, quando verrà il momento del bilancio…
    è già un fallimento.
    Non ti rende migliore.
    prima o poi te la ruberò..


    buon viaggio

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  8. Ciao "Critico della Vita", sono Alberto Mattei uno dei fondatori del progetto Nomadi Digitali, apprezzo il tuo post perché sono convinto che le critiche aiutano a crescere.
    Però trovo scorretto da parte tua riportare una descrizione, sia grafica oltreché dal punto di vista degli scopi del sito, che non è corrispondente alla realtà. Ad esempio, ti assicuro che le foto dei personaggi non sono ritoccate, sono le stesse che puoi trovare sui loro profili nei Social. Questo non depone per l'autorevolezza e la credibilità di ciò che scrivi per di più nascondenti dietro un semplice appellativo senza firmare con un nome e cognome quello che tu pubblichi sul web.

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  9. Caro Alberto, il mio, se avrai la pazienza di leggere anche altri post, non è un blog di cronaca o giornalistico.
    è un blog narrativo, letterario, immaginifico.
    sono sicuro che le foto non siano ritoccate, sono sicuro che siano storie vere, la mia era un'impressione puramente da scrittore..
    mai nascosto. mi chiamo paolo cammarano e se cerchi paolo cammarano su google esce anche il mio blog.

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    1. Paolo grazie della tua risposta, è un piacere per me conoscerti.
      Ho condiviso il tuo articolo sulla nostra fan page di facebook perchè volevo avere il parere anche di altre persone, se ti va di dargli un occhiata e di partecipare sei il super benvenuto.
      http://www.facebook.com/nomadidigitali Ti auguro una buona serata.

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  10. Tutto questo mi fa pensare alla frase tipica quando torno in italia e mi chiedono dove vivo "Ah, vivi in Spagna, che fortuna!".
    Mah, fortuna! Vita la chiamerei. Partire é sempre diverso per ognuno di noi, decidere di fare le valigie e lasciare tutto (o quasi) é una cosa molto personale. Io posso dirvi che sono arrivata qui un po come "nomade (digitale)" nel senso che sognavo di fare un lavoro divertente,imparare a ballare il flamenco e girarmi la Spagna. Peró, come hai ben detto nel tuo post, questi sogni si realizzano per pochi. Alla fine, ridemensionando i miei sogni (causa scontro con la realtá), ho accettato un buon lavoro a tempo indeterminato, che mi tiene chiusa in un ufficio dalle 9 alle 18,30, arrivo a casa alle 19,30 e invece di andare a corsi di flamenco o feste mondane, magari vado a fare la spesa o semplicemente mi sbraco sul divano e li rimango fino a quando non mi viene sonno.Ho viaggiato per quasi tutta la Spagna, ma non é stato né gratis né per lunghi periodi, ho pensato piú di una volta di voler cambiare vita, ma appunto perché sono una nomade ( o semplicemente un immigrata) non credo piú a queste favole da deplian di agenzia di viaggi. Per stare lontano da tutti ( e vi assicuro che in certi momenti ti mancano anche le situazioni o le persone piu impensabili) sono arrivata alla conclusione che devi avere almeno una di queste due condizioni: un grande amore che riempia quel vuoto che ti prende in certi momenti o fare un lavoro dove guadagni bene e che ti permette goderti la vita veramente. Senza queste condizioni, almeno io, sono arrivata al punto di tirare le somme: sono cresciuta, cambiata, maturata e ho imparato tanto da questi 6 anni; ho capito che SI ho radici, magari aeree come certe piante, ma la mia terra mi manca; essere liberi(anche qui concordo con te) significa rinunciare ad alcune cose (magari un figlio, un cane, anche un pesce rosso) e io non só piú se il gioco vale la candela (visto che dalla finestra del mio ufficio vedo solo asfalto e niente palmeras!) e che tornare, con il bagaglio che porto dentro adesso, dopo tanti anni all'estero, sono sicura che mi permetterá di essere una nomade (digitale) senza muovermi da casa mia!

    Clara-Valencia

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  11. L'IDEA E' BRILLANTE QUELLA DEI NOMADI DIGITALI, MA OVVIAMENTE NON PER TUTTI UNA SORTA DI COLLOCAMENTO CHE CONTAGIA COMUNQUE, MA DENTRO DI NOI E DICO TUTTI C'E' LA VOGLIA DI VIAGGIARE E TROVARE IL LUOGO ED INTENDO HABITAT PERFETTO, CHI SI ACCONTENTA GODE.............
    UN BACIO

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  12. Ciao critico,
    non tutti fanno lo stesso percorso. Noi, per esempio, siamo due semplici impiegati. Se riusciremo a trovare un modo efficace per realizzare i nostri sogni saremo grati anche ai ragazzi dei nomadi digitali che ci fanno scoprire nuove idee per farlo. Al momento siamo nella fase di ricerca, non abbiamo ancora abbandonato la strada vecchia, ma come dire, ci stiamo lavorando. Le idee dei nomadi digitali sono ricche di spunti validi. Ovvio che non tutto va bene per tutti, ognuno deve cercare la sua strada in base alle proprie capacità e alle proprie possibilità economiche. E poi ci sono tempi più o meno lunghi a seconda dei casi: certe cose non si possono improvvisare e fare su due piedi, bisogna prepararsi molto bene prima, e non è detto che tutto vada per il meglio lo stesso, ma se non provi non lo saprai mai.
    Tu scrivi anche che siamo tutti egoisti, e che mettendo la libertà prima di ogni altra cosa non c’è condivisione, amore, e ti sembra che ce la vogliamo solo spassare, e dici “ La loro libertà significa sempre calpestare i sentimenti di qualcuno, di una donna, di un uomo”. Non sai quanto sei lontano dalla nostra realtà e di quella delle coppie che, come noi, condividono la vita ed i sogni. Molti partono anche con coniuge e bambini. Forse tu non hai ancora la persona giusta al tuo fianco.. Noi pensiamo di andare via, perchè desideriamo una vita nella tranquillità e a contatto con la natura, ma non per questo ci sembra di calpestare i sentimenti di qualcuno: con le nostre famiglie ci vedremo in tutti i modi e il più spesso possibile (loro da noi e noi da loro) e con tutti i nostri amici resteremo comunque in contatto, ho già degli esempi nella mia vita in cui il rapporto si rinforza addirittura. L’amicizia non muore con la distanza. Di sicuro.
    Al di là di tutto ciò, pensiamo che cercare di cambiare stile di vita, non uniformandosi alle regole della società dettate da giornali televisione ed altri media, ma seguendo solo le proprie esigenze interiori, sia comunque una scelta di coraggio.
    Alla peggio ci avremo provato.
    Greta e Cico

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  13. Paolo Cammarano, a giudicare dagli articoli che scrivi, secondo me, hai avuto così tante delusioni nella vita che adesso te la prendi anche con l'aria che respiri.

    Secondo me ti ci vuole un viaggio...

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    1. Non per insistere, ma ti assicuro che conosco italiani che vivono qui e a cui viaggiare non gli é servito a niente. Nella vita bisogna provare prima e poi, dopo, parlare. Il "post" di Paolo credo vado un po a sfatare questo mito di "chi viaggia é figo" e "chi vive all'estero fa sicuramente una vita figa". Viaggiare é una cosa, lavorare seduti su una spiaggia dei caraibi bevendo mojito é un sogno,che per alcuni si avvera ma per la maggior parte no. L'idea di nomadi digitali é come tante altre su quel filone (Voglio vivere cosí, per esempio o, qui in spagna,Callejeros viajeros) che ti fanno vedere solo la parte bella, ma la vita, di quá o di lá, é un altra cosa e se, viaggiando, hai imparato questo, giá sei a buon punto.

      Clara

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    2. bellissimo quello che hai scritto, molto vero.

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    3. Grazie a te Paolo per aver espresso la tua opinione e per aver dato modo a me di dire la mia. Come vedi, non volendo, hai dato a molti uno spunto di riflessione. In questo momento di crisi tutti vorremmo partire e dimenticarci un po di questi anni bui, ma vi ribadisco, non é poi cosi facile farlo e,appunto, ancora meno in questo momento cosi difficile.
      CIao,
      Clara

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  14. l'ultimo anonimo che mi chiama per nome non ha letto ovviamente nulla dei miei contro, che spesso sono dei per, quindi inutile rispondergli..
    per gli altri beh penso che quello che ha scritto claria sia molto bello, molto.
    e alla coppia greta cico dico che loro sono un bel esempio e che chiaramente il mio non è un articolo contro tutti quelli che cercano un altro modo di vivere.
    il mio non è nemmeno un articolo, prendetelo per com'è.
    vi auguro di fare una bellissima vita.
    ciao

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  15. Complimenti scrivi davvero bene , io proverei a scrivere un buon libro... magari da Nomade Digitale ;) buona vita

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