martedì 19 luglio 2011

Contro le lampadine a fluorescenza

Eravamo una sera in un ristorante di Gent, le lampadine erano a incandescenza: quelle che fanno una luce gialla, calda, le lampadine di sempre, fra poco saranno completamente sostituite dalle nuove lampadine a risparmio energetico, nulla può essere fatto contro le due parole risparmio energetico, non c’è speranza.

Le nuovi luci a fluorescenza sono maledettamente fredde, diffondono una luce blu, non ricordano il fuoco.
La luce era perfetta e portavano in continuazione costolette di maiale, spare ribs a volontà, bastava alzare la mano e chiedere.
Lei era vegetariana e si doveva accontentare di una semplice couch potato e di un insalata un po’ povera, eppure era contenta per me e non si lamentava del posto troppo carnivoro.
C’erano belle luci per tutta la citta, dentro e fuori, riflettevano sul bianco della neve che si stava sgelando.
Eravamo lì per qualche giorno di vacanza, l’idea assurda di andare in Belgio a dicembre era mia, la accettò senza entusiasmo, subendola; a dire il vero non fu una grande vacanza, non ci furono quasi mai belle vacanze con lei.
Lei era esigente, io facevo errori e mi arrabbiavo per niente, si litigava troppo spesso per stupidaggini ed io avevo quasi sempre una buona parte delle colpe.
A volte però come quella sera a Gent fra i campanili illuminati poco, con alcuni palazzi che mi ricordavano, per alcuni strani simboli da cooperativa socialista o forse per il freddo, una Unione Sovietica che mai vedrò, eravamo quasi felici.
Le ho fatto del male, varie volte ed in modo ripetuto, non avevo cattive intenzioni ma pessima volontà.
Le ho fatto del male con la mia freddezza, l’ho pagata tutta con gli interessi ritrovandola in un altro amore ed essendone ferito allo stesso modo.
Le ho fatto del male con la mia vigliaccheria, con l’incapacità di accettare che le cose cambiano, con il mio attaccamento al passato.
Le sto facendo del male, magari anche ora, dedicando tanti racconti al mio amore più recente e pochi accenni a quello più importante.
Accenni di sfuggita, fatti in una riga, senza profondità.
Fra qualche anno spero di leggere tutto questo e sorridere di aver cosi distorto la realtà.

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