domenica 17 luglio 2011

Contro Ligabue


A 18 anni fai molti errori.
Tipo che ti innamori di una bionda anche se probabilmente già sai che è stupida come un’oca e che nel suo futuro non ci può essere davvero qualcosa di buono.
Non hai nemmeno parlato con la bionda, sai che è stupida dal modo in cui si muove, in fondo ha vinto miss matricola, è una reginetta di bellezza senza avere la perfidia di quelle dei college film.
Sai che non ci parlerai nemmeno e forse è meglio così, l’unico amore inattaccabile è quello non corrisposto e virtuale, ma comunque le dedichi delle stupide poesie.
Per quella bionda ti lasci struggere ascoltando brani di Ligabue che ti sembra un ribelle plausibile con un retroterra di letture simile alle tue
Letteratura statunitense, Henry Miller e il sopravvalutassimo Bukowski, Salinger e Kerouac.
Alla fine quasi tutti gli autori che hai letto li molli, restano i migliori e dopo qualche anno ti sembra assurdo aver creduto perfino alle parole di Ligabue.
Ma hai 18 anni e tutto può esserti perdonato.
Grave quando cresci e resti così.
A Campovolo ci sono 120000 persone per il concerto di Ligabue, migliaia di migliaia si sono assiepati per il tour finale di Vasco Rossi e io assolvo completamente solo quelli che hanno meno di 23 anni, perdono parzialmente quelli sotto i 30 e condanno all’ergastolo gli altri.
Condanno di più chi ascolta Ligabue.
I fan di Vasco Rossi hanno meno pretese, ce ne sono di destra e di sinistra, leghisti e borbonici, Vasco è capace di dire niente per anni e ogni tanto come per incanto fa un pezzo bello.
Ci sono dei brani così tristi che mi piacciono, non so Vivere, sono preghiere disperate molto superiori alla capacità media di comprensione dei suoi adepti.
I suoi adepti sono quelli di Rewind, comprano bottiglie di whisky, sognano vite spericolate che non vivranno, il massimo del pericolo una amante.
Invece i fan di Ligabue pensano di capirne, leggono Bukowski come se facesse ancora scandalo, apprezzano delle citazioni letterarie,  sono di sinistra.
Oggi sul Corriere c’era un confronto fra le due rockstar italiane, era un articolo ridicolo, sembrava quasi che ci fosse qualcosa da interpretare.
Ligabue veniva definito come un bello dalla carnagione india perennemente abbronzata.
Una volta c’era la Pivano in un programma televisivo e disse che Ligabue era un poeta, che i poeti contemporanei sono i cantanti come lui.
Disse un’idiozia ma era rispettata solo perché aveva conosciuto degli scrittori importanti e li aveva tradotti, forse era solo stata la loro amante anche se da vecchia nessuno si ricordava più di questo, a volte la vecchiaia ti dà una saggezza e un rispetto che non meriti.

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