martedì 29 marzo 2011

Contro i trafficoni


Ogni volta che prendo un Eurostar trovo qualche trafficone.
Spesso hanno l’ accento del sud, molte volte calabrese, al cellulare fissano ad alta voce appuntamenti con funzionari di enti pubblici, parlano di consiglieri regionali, assessori provinciali, imprenditori e sognano incontri con sottosegretari.
Confessano di aver parlato con il capo della forestale, con le associazioni di categoria, con la confindustria e la confagricoltura,  vogliono far mettere in contatto indusustiali con figli di notai.

Loro tipica accortenza è essere vaghi, parlano di cose da discutere, di problemi da risolvere, usano frasi come…
“È una cosa riservsta a te personalmente, ne parliamo dopo, lo vediamo per un ora e parliamo di quell’affare…”
usano molte volte stai tranquillo e tendono a spezzare le frasi sul più bello lasciandole in sospeso, ogni tanto fanno qualche battuta criptica e poi ridono, dicono cose come “marca quel tuo amico ad uomo”.
Non sono nella prima sfera, altrimenti non viaggerebbero in seconda classe e non parlarebbero cosi liberamente e a voce alta, non sono protagonisti né comparse da Gomorra, sono solo persone che vivono sulla mastodontica spesa pubblica nazionale
Parassiti della casta, quasi simpatici nel loro italiano da avvocaticchi.
Esistono come altra faccia dei talk show televisivi in cui la gente si lamenta e chiede più lavoro e più Stato, senza pensare che piu stato significa più gente come loro.
Sono convinto che anche loro fra le dieci cose per cui vale la pena vivere metterebbero il tramonto in qualche spiaggia del sud, una bella cena a base di pesce fresco e il primo bacio dato all’amore della loro vita.



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