martedì 22 febbraio 2011

Contro gli zainisti (e le battute)



A volte certe storie d’amore nascono con una battuta e finiscono con un'altra battuta, nel frattempo sono successe delle cose e spesso nel mezzo nemmeno ce ne siamo accorti, nel frattempo l’effetto della battuta è cambiato.

Apparentemente è lo stesso: sorriso la prima volta, sorriso nell’ultima, e in tutti e due casi il sorriso, questo fa male, è ugualmente sincero però è cambiato.
Le due battute sono come una parentesi.
Ho sempre odiato le parentesi, quelle tonde, quadre, graffe, mi ricordano la matematica e l’algebra.
Preferisco i puntini sospensivi, a volte li uso anche non hanno senso, una specie di mio tic grafico.
Il termine zainisti l’ho inventato per una ragazza, stavo pensando alla traduzione dallo spagnolo del termine mochilero, che significa viaggiatore con lo zaino in spalla, e mi resi conto che in Italia non esiste un termine analogo.
Si usa a volte, ma solo di recente, e solo molto raramente, il termine inglese backpackers ma altrimenti ti capita di leggere  dei viaggiatori zaini in spalle, una perifrasi decisamente verbosa per un ruolo così dinamico e giovanile.
Per questo avevo inventato il termine zainista e denominato lo zainismo come l’attività di chi viaggia…eccetera eccetera.
Per la stessa ragazza avevo inventato un manuale per scoprire il mancino che è in te e in quel momento mi accorsi definitivamente di averla conquistata, parola tremenda da usare, ma la adopero per pura convenzione.
Il mancino che è in te, le dissi, è un manuale che ti aiuterà a scovare tutte le cose da mancino che alcuni destrorsi imperfetti come me fanno.
Ad esempio io tengo il coltello con la sinistra e la forchetta con la destra oppure ho problemi di lateralizzazione per cui molte volte non so esattamente dirvi se dovete girare a destra o sinistra, non ne intuisco immediatamente la differenza, devo pensarci un attimo.
Forse sono nato mancino, ma poi in qualche fase della mia crescita me ne sono dimenticato.
Insomma questo per dire che si inizia con una battuta e si finisce con una battuta, e non conta se la battuta sia davvero ben riuscita, non deve strappare risate per forza, non è una gag da cabaret, non è Zelig, non Luca e Paolo.
E quella degli zainisti fu l'ultima battuta.
Potrei ora parlare a lungo contro gli zainisti e i loro piccoli riti da viaggio, ma non ne ho più voglia.

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