domenica 6 febbraio 2011

Contro l'ombrello


Qualcuno ha detto che l’ombrello è un manufatto borghese, come l’orologio da polso e non so cos’altro.
L’orologio da polso è stato distrutto dai cellulari, mentre l’ombrello imperterrito continua a minacciare le nostre teste nei marciapiedi troppo stretti e troppo affollati.
Stecche che si rompono, ancora più facilmente da quando la fattura media degli ombrelli è decisamente peggiorata, e da quando una buona percentuale degli ombrelli nelle strade è stata comperata dai bengalesi fuori dalla metro.
Stecche di metallo appuntite che ti minacciano le pupille, sguardi cattivi quando due persone si incrociano per la strada e bisogna evitare a tutti i costi il contatto, e poi gli ombrelli ti fanno sempre scorrere l’acqua sui pantaloni, sono ingombranti anche quando si fingono pratici e mini.
Non sai mai dove metterli quando entri in un negozio, ceni al ristorante, o entri in un auto.
Insomma i danni procurati sono molto superiori ai benefici.
Per non parlare di chi porta l’ombrello appena vede all’orizzonte nubi più grigie del solito, o di quelle donne che lo nascondono nelle loro borse capienti.
Negli anni ottanta era molto comune ricorrere ai k-way, ora sono tornati ma più per moda che per necessità.
Eppure mi sembra che un buon impermeabile possa sostituire l’ombrello nella stragrande maggioranza dei casi di precipitazioni.

Nessun commento:

Posta un commento