martedì 7 giugno 2011

contro gli occhiali (senza montatura e neri retrò) - molto più che un remix


A quindici anni mi ero fatto convincere da un ottico a comprare degli occhiali fotocromatici: sono quelli provvisti di lenti che cambiano colore a seconda dell’intensità di luce, così quando erano colpite dai raggi del sole si scurivano per proteggere i miei occhi azzurri indifesi.
Le lenti diventavano un po’ marroncine ma non abbastanza da trasformarsi in autentiche lenti da sole, restavano comunque piuttosto trasparenti.
Erano insomma una via di mezzo, un ibrido senza coraggio, forse anche io ero così allora.
La montatura tonda e piccola mi trasformava inoltre in una parodia di John Lennon; avevo infatti capelli lunghi e lisci, fini, deboli, già presagivano la loro futura caduta.
Ho cambiato molte montature: alcune scelte da me in modo improvviso e piuttosto casuale, altre sotto consiglio delle mie ex, le conservo quasi tutte in un cassetto.
Stanghette rotte, viti allentate, diverse con una lente infranta o mancante, mi sembrano tutte brutte; lo so, è la moda che le rende tali e magari fra qualche anno alcune torneranno ad essere improvvisamente contemporanee, eppure è come se per un lungo periodo di tempo non riuscissi a trovare un paio di occhiali che si addicesse al mio volto.

Per questa ragione più di un anno fa iniziai a portare solo lenti a contatto, rimandavo l’acquisto degli occhiali, mi informavo su montature che fossero diverse dall’usuale ma quando mi capitava di provarle c’era sempre qualcosa che non andava.
Girovagando per ottici, alcune consulenti mentivano spudoratamente cercando di piazzarmi occhiali che mi davano un’aria da farabutto o da bibliotecario.

Qualcuno cercò di rifilarmi anche degli occhiali senza montatura, scambiandomi forse per un professionista.
Chi porta gli occhiali senza montatura sostiene che siano comodi, pratici, leggeri.
Di solito sono dentisti, avvocati, commercialisti che vogliono esteriormente esibire una trasparenza che non gli appartiene.
Ultimamente ho notato che sono molto usati anche da politici e politicanti vari, specialmente in ambito locale.
Qualche anno fa erano l’ultimo ritrovato in fatto di ottica ed erano più costosi degli occhiali con montatura, anche se non abbastanza da poter essere considerati un vero e proprio status symbol.
Ora invece il loro prezzo è alla portata di tutti, così li acquistano anche fasce della popolazione più ampia ed anonima.

Altri ottici più alla moda individuavano il mio settore lavorativo di appartenenza e mi suggerivano degli occhiali neri, quelli piuttosto grandi e dall’aspetto retrò.
A me piacevano qualche anno fa, quando erano indossati da pochi e non avevano ancora una connotazione evidente.
Ora sono diventati alternativi di massa, come le Converse o certe mode che iniziano la loro ascesa dall’underground.
In determinati locali e in determinati concerti diventa difficile distinguere le singole persone, c’è una folla di occhiali neri associata sempre ad alcuni capi di abbigliamento e ad un vago stile.
Occhiali rettangolari che citano gli anni Sessanta e stanno a significare “suono, faccio video, faccio qualcosa di artistico”, o almeno gradirei farlo.

Quando conobbi M. ero senza occhiali, mi chiese come mai non ne avessi nemmeno un paio integri da qualche parte, le dissi che li stavo cercando da tempo.
Cercavo l’amore più o meno allo stesso modo: a tentoni, da miope.
Quando andai a Buenos Aires una delle prime cose che facemmo fu andare a cercare il mio paio d’occhiali perfetto.
Mi portò dall’ottico più figo della città: cercammo fra diversi modelli, lei ne individuò uno che poteva andarmi bene, io decisi di osare e invece della versione in nero e grigio ne scelsi una arancio e blu.
Perché sono i miei colori preferiti e soprattutto perché non nascondevano il colore dei miei occhi, anche la ragazza con il camice bianco era d’accordo.
In fondo una delle cose peggiori che può farmi un occhiale è occultare i miei bellissimi indifesi occhi azzurri, e così fu facile convincere anche M. che fosse la scelta giusta.
Quando furono pronti era felice, voleva sempre che li portassi.

Una volta, quando ero tornato in Italia a novembre, era andata a una festa assieme ad una mia amica di Roma che era lì per un festival di documentari.
Quando tornò a casa, mi mandò una mail. 
Scrisse che le sembrava così strano che non fossi anche io là, tutto le ricordava me, le mancavo così tanto.
E poi aggiungeva che alla festa c’erano tanti occhiali strani ma non c’era nessuno come il mio, lo scrisse in spagnolo, suonava ancora meglio.
La cosa più strana è come l’amore va e viene: un momento prima c’è una mail così, quello dopo il gelo.
Occhi chiusi sigillati.

Malgrado tutto, continuo a portare quegli occhiali.
Sono contento che vengano da lontano e siano, in un certo senso, unici.
Li userò per cercare un altro amore.

5 commenti:

  1. io volevo solo delle informazioni sugli occhiali senza montatura, e google mi ha portato qui... boh...

    RispondiElimina
  2. Anch'io ci sono finita qui facendo una ricerca su occhiali senza montatura recensioni. Cmq divertente il racconto!

    RispondiElimina