lunedì 4 aprile 2011

Contro l'attualità


Quando avevo venti anni ero un idiota fatto e finito, credevo ancora nell’attualità.
Leggevo il giornale ogni giorno, ascoltavo il telegiornale perfino, seguivo i talk show politici, ascoltavo parlare per ore ministri, segretari di partito, opinionisti.
Ed ingenuamente pesavo le cose, ero raziocinante e stupido, ora mi basta poco per svelare ipocrisie  e bugie.
Quanto tempo perso, credevo in piccoli cambiamenti, mi facevo incantare dall’attulità piccola e dimenticavo le cose importanti.
All’università feci persino un esame con Michele Santoro, mi chiese una domanda sulla Raitre di Guglielmi.
Mi allargai spaziando dalla tv verità agli anni del post guerra fredda, dissi quello che voleva sentirsi dire e me ne tornai con un trenta e lode.
Dopo che ho lavorato al telegiornale, pur con un ruolo per fortuna periferico, ho perso qualsiasi fiducia nella politica.
Ho visto politici ingrassarsi sotto i miei occhi, ho visto immagini di facce da patibolo sedute a congressi pomeridiani, ho visto visi magri, tetri aggirarsi per i corridoi e alcuni di loro avrebbero dovuto essere vicini alla mia teorica parte politica.

I giornalisti non sono quasi mai degni di essere letti, il rito dell’aggiornamento da quotidiano è operazione quasi mai utile.

1 commento:

  1. anche io 20 anni ero supertesta di cazzo che credeva all'attualità

    gianni miraglia

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