venerdì 29 aprile 2011

Contro l'Eco (nel senso di Umberto) e le critiche a Mike Bongiorno


Umberto Eco divenne famoso da giovane con un libro in cui analizzava alcuni fenomeni di allora, uno di questi saggi si chiamava Fenomenologia di Mike Bongiorno, il conduttore veniva preso in giro per il suo italiano povero, la sua presunta banalità, il suo essere medio, e quindi proiezione ideale dello spettatore televisivo.
Ben presto Eco fu considerato il Barthes nostrano, senza averne neanche un centesimo della sua genialità.
I soldi veri se li fece con un feuiletton come Il nome della rosa indirizzato alla gente media che detestava, ed altri libri in cui usava la sua arida erudizione per scrivere best seller stile Angeli e Demoni.
Da anni scrive articoli trascurabili sull'ultima pagina di quella rivistaccia che è l'Espresso.
Mike Bongiorno me lo ricordo da piccolo, è sempre piaciuto a mio padre, piaceva anche a me fin quando ho avuto 11-12 anni, era impossibile non vederlo il giovedì sera, poi mi era diventato insopportabile.
I suoi programmi erano concilianti, lui era troppo formale, iniziavo a diventare adolescente, da allora se lo vedevo era per sbaglio o se andava a Sanremo.
Il quiz con il passare degli anni diventò fuori moda, non era più da prima serata, passò nella fascia pomeridiana, poi a mezzogiorno, quindi si trasferì da Canale 5 a Rete 4.
Negli ultimi tempi Fiorello lo aveva riscoperto come spalla comica ed era diventato con l'età molto meno cauto, nelle interviste si raccontava di più, mostrava il suo lato sarcastico.
Lo vidi un paio di mesi prima che morisse, dovevo seguire da producer un promo che faceva con Fiorello per Sky, giocava a fare il rimabambito, si faceva un pò prendere in giro, sembrava simpatico.
Quando morì rividi le sue interviste, la sua fortuna è stata morire ad inizio settembre così non vedemmo le ricostruzioni fatte da altri sulla sua vita.
Nelle interviste raccontava l’ infanzia benestante ma poco felice, il ritorno in Italia, i mesi di prigionia durante la guerra, a San Vittore e dopo in un campo di concentramento, e poi Lascia e Raddoppia, il successo, la follia riuscita della tv commerciale, la passione per l’alpinismo, il Polo Nord raggiunto con le slitte a 70 anni.
Diceva cose molto intelligenti con grande umilità,  se guardate uno spot della Grappa bocchino lo vedete mentre si prepara alle sue imprese, la musica in sottofondo epica e commovente.
Era un perfetto uomo medio che ha vissuto una vita per niente media, e questo la maggior parte degli uomini non lo può accettare, e fra questi c'è anche Eco.
Uno come Eco me lo immagino perso nelle sue citazioni, noioso e trombone come Cacciari, il suo sarcasmo apparentemente acuto, ma sterile, morto.

1 commento:

  1. Ahahahahahhaahhaahahha critico della vita hai davvero sollevato il mio morale quest'oggi :)
    Era da quando l'uomo inventò il cavallo che non leggevo simili spropositi.

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