domenica 8 maggio 2011

Contro i complottisti dell'11 settembre


L’11 settembre ero a casa della mia ragazza, stavamo facendo l’amore come facevamo ogni pomeriggio, ogni giorno.
Io stavo aspettando di iniziare un master, lei stava aspettando di capire che fare della sua vita. Avevamo tempo e facevamo sesso, telefonò la madre e disse che stava accadendo qualcosa in tv.
Ci rivestimmo in fretta e vedemmo l’aereo colpire la seconda torre.
In televisione non c’è mai vera vita,  da un edizione all’altra del telegiornale ci sono piccole variazioni infinetesimali, non cambia mai nulla, ma la gente pensa che qualcosa cambi, di continuo: è un trucco, un’illusione, è il modo in cui va avanti l’intero flusso delle notizie.
Eppure qualche volta la vita entra, quasi di soppiatto, a tradimento. Ci entrò quell’11 settembre, per quei minuti in cui le torri caddero giù, per quei pochi attimi in cui l’immagine era ancora vergine, poi subito arrivò il chiacchiericcio e tutto diventò già sentito.
Il mio primo complottista l’ho conosciuto a 16 anni, ero in campeggio ad Imola.
Si chiamava Marco, aveva capelli lunghi e occhiali con la montatura di metallo leggero, studiava filosofia.  Sembrava un tipo a posto, si era piazzato con un banchetto ai margini di una strada di terra battuta e faceva una specie di strano quiz psicologico, accettava offerte libere.
Quando mangiammo per la prima volta assieme mi confessò che era stato scartato dal servizio militare, era stato considerato borderline, ai confini fra normalità e paranoia.
Gli chiesi perché e lui, con sguardo sicuro, mi raccontò la sua storia.
Mi parlò del divorzio dei suoi a dodici anni e della scoperta che la sua nuova madre, quella che aveva lasciato suo padre per mettersi con un altro uomo, non era la sua vera madre, ma un alieno che ne aveva assunto le sembianze.
Mi parlò di alieni che rapivano le persone, di segni critpici, di teorie della cospirazione.
Ora quando esco dal locale dove, senza vergogna, stavo ballando pezzacci degli anni ’70 e degli anni ’80,  trovo un tipo che mi spiega come le torri gemelle siano implose, a causa dell’esplosivo piazzato sotto i pilastri.
Gli aerei non sono mai esistiti, li hanno aggiunti in postproduzione dei grafici, e non è morto nessun ebreo perché i servizi segreti avevano avvisato tutti quelli che lavoravano nelle torri.

Su facebook alcuni miei amici mi segnalano video che dimostrano come l’11 settembre sia stato creato per scopi strani, forse nemmeno Bin Laden esiste oppure è solo un agente della Cia.
Una mia amica pensa che Bin Laden sia ancora in giro, magari si è accordato con gli Stati Uniti; non è mica l’unica, ci crede un sacco di gente.
Il benzinaio mi dà il resto, su una banconota da cinque euro ci sono, da un verso, frasi contro il complotto statunitense dell’ 11/9, e dall’altro contro la Coca cola e Nestlè alleate di Israele.
I complottisti ci accerchiano dovunque: sono ossessionati dall’attualità, si espandono a macchia d’olio ora che nessun media è davvero credibile, e ognuno si può fabbricare la sua piccola verità inattacabile.
Il mondo non è come sembra, non lo è mai stato, ma non c’è bisogno di aggiungerci ulteriori versioni.

8 commenti:

  1. non c'è bisogno nemmeno di rifiutare la ragione e l'evidenza dei fatti. le twin towers sono state colpite da due aerei ma sono crollate per implosione. E' stato ampiamente dimostrato, ed è persino testimoniato dai vigili del fuoco che sopravvissero ai crolli. Così come è stato ampiamente dimostrato che contro il pentagono venne lanciato un oggetto di dimensioni non superiori a quelle di un missile. Forse un drone. Il fatto che non se ne parli al tiggìuno non significa che tutto questo non sia successo, o che sia paragonabile ai deliri di chi crede siano stati gli alieni. Non c'è bisogno di ulteriori versioni forse, ma questo non significa doversi rifiutare di valutarle quando capitano. Se non altro per scartarle.
    Ciao

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  2. ci sono complottisti ragionevoli e complottisti irragienovoli. se lo dice il tg1 è falso sicuro, non credo nella realtà dei tg e nemmeno a quella contro della rete, metto solo dubbi...credo comunque nell'attentato, non so chi ci sia dietro esattamente, ma la mia è una posizione esistenziale contro i complottisti, non siate troppo letterali
    grazie
    ciao

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  3. Guarda però che la tua posizione esistenziale è profondamente 'complottista', al di là del, appunto, senso letterale della parola. Dubitare dell' (o addirittura non credere nell') informazione ufficiale, rifiutare di accettare passivamente l'informazione in ingresso, fa di te un 'complottista' in nuce. Russell era solito dire che "il guaio dell'umanità è che gli stupidi sono sempre strasicuri di tutto, mentre gli intelligenti dubitano sempre". Io aggiungo però che limitarsi a dubitare, senza avere la curiosità di capire e soprattutto senza avere il coraggio di raggiungere una posizione definitiva e di confrontarla con quella del resto del mondo, rende l'intelligenza un qualcosa di sterile ed inutile.
    Poi è ovvio che sta alla sanità mentale dei singoli decidere se sia più plausibile ascrivere gli avvenimenti in discussione alla responsabilità degli alieni piuttosto che a precise strategie neoconservative a stelle e strisce, anche queste documentate da ampia ed interessante letteratura (vedi ad es http://www.cambridge.org/aus/catalogue/catalogue.asp?isbn=9780521674607), all'opera da decenni, negli states. Sta di fatto però, che arrivare a credere nell'intervento dei marziani, o dell'uomo falena, o di babbo natale, significa comunque aver seguito, almeno in parte, quel percorso mentale che ti ho descritto, fatto di dubbio, curiosità e coraggio. Limitarsi a bollare chi decide di intraprenderlo come 'la solita gente', invece no.
    Buona giornata

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  4. Il complottista ha estremo ed urgente bisogno di ascolto, di essere rassicurato che esiste e che sta bene.

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  5. bella anonimo, mi piace questa frase, datti un volto

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  6. ...non mi esprimo, circa cio' che è accaduto l'11 di settembre 2001 ( è evidente per coloro che hanno una coscienza realmente libera), ma credo che, sia scorretto da parte tua, raccontare questa "storia" farcendola di argomenti che richiederebbero un approfondimento specifico, singolare e attento.Questa, da te adottata,e' la tecnica "principe" dei disinformatori, dei mistificatori di coloro a cui conviene che noi tutti, si continui a DORMIRE !!
    Sono certo, pero', che questo non è stato e non è ,il tuo intento !!

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  7. Basterebbe che i complottisti vivessero un paio di anni in qualsiasi paese arabo o africano, o in india o pakistam per capire veramente come stanno le cose. Io l'ho fatto.
    Sono talmente antiamericani-dipendenti che usano contro l'america il materiale fatto da americani.. E sono talmente ignoranti del mondo che lo vedono con le lenti dell'occidente che peró rifiutano..
    Sono ridicoli: se da un lato un complottista pakistano, ignorante e imbevuto di islam fin dalla nascita lo capisco, dall'altra un occidentale mi fa davvero pena.
    Tutti i complottisti sono quelli che vedono complotti planetari per ogni situazione a livello galattico e poi non riescono a vedere l'andragheta che si infila nel proprio comune, la corruzione che prende il consiglio di circoscrizione del quartiere dove vivono, o la mafia che governa la loro vita, rubando futuro, scuola, salute, acqua, qualitá di vita e vita..
    É sempre vero che quando il saggio indica la luna l'idiota (o l'ignorante) guarda il dito. Si crede intelligentissimo, ma é l'essere piú funzionale al sistema che esiste.. pecorella fedele, obbesce al pastore ma si lamenta per uno tsunami dall'altra parte del mondo, mentre il pastore macella la pecora al suo fianco.
    Bravi. Intelligenti. Superiori. Dogmatici. Gli unici a sapere la veritá. Gli unici a non capire di essere gli unici pirla.

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  8. I paesi arabi, africani o India, sono stati storicamente sfruttati dall'occidente e lo sono tuttora in modo differente, la popollazione è stata mantenuta nell'ignoranza dall'occidente, la 'ndrangheta, la mafia, le organizzazioni criminali in genere, sono parte del complotto.
    un occidentale che non si rende conto di queste cose lo fà per interesse, per sentirsi a posto con la coscienza o perchè è una pecorella del sistema.

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