mercoledì 4 maggio 2011

Contro il mio vecchio blog

Aprii il mio blog nel 2003, da poco in Italia si stava affacciando la moda, la comunità dei bloggers era all’epoca piuttosto ristretta e costituita per la quasi totalità da gente che aveva qualcosa a che fare con la scrittura, o la comunicazione in genere.
Il livello era un po’ piu alto, non tanto quanto si può presumere, e a Milano in poco tempo la gente si cominciava a conoscere. Alcuni addirittura organizzarono feste di bloggers, cene di bloggers, antologie di bloggers.
Era il 2004 e la cosa subito prese una brutta piega.
In poco tempo i blog erano diventati diari di sedicenni infoiate, dispacci di nevrosi personali, dove si comunicava con irresponsabile libertà, oppure siti di facezie e di controinformazione che puntavano a un qualche tipo di notorietà.
Mi annoiai di scrivere con continuità e lo lasciai perdere, ogni tanto ci tornavo come afflitto da un rimorso, ma poi pian piano smarrii amici e lettori; allora lo tenni così, in stato di coma vigile, o ibernazione.
Proprio Coma Vigile era uno dei miei blog preferiti, a volte leggendolo lo definivo un fratello in spirito, nella vita ci siamo conosciuti e persi, come capita sempre.
Vive perfino nella mia stessa città, o magari non più; è mio amico di facebook ma non mi commenta, quindi non so nemmeno se mi legge.
Il mio vecchio blog, in realtà, non è mai sparito, dentro ci sono post polverosi: alcuni bellissimi, altri inutili, altri così rovinati dai refusi da essere illeggibili come geroglifici di un'altra epoca.
Se entri nei singoli post, sono intatti tutti i commenti: persone che non sento più, nick che non sono mai diventati volti, altri conosciuti di sfuggita, amici che sono amici anche ora.
Non ci vado più, adesso ho questo blog tematico, molto più impersonale di quello: i commenti sono cambiati, la gente clicca mi piace su facebook, e non so nemmeno cosa o perché.
Ci sono tornato l’altro giorno alla ricerca di vecchie critiche che mi ricordavo di aver fatto, criticavo oggetti e persone come ora, eppure ho cambiato opinione su un sacco di cose e ne sono contento, lo trovo un segno di vitalità.

Per caso vado sull’ultimo post e trovo due nuovi commenti, in realtà sono vecchissimi visto che non ho notifiche via mail degli stessi, o magari arrivano a vecchie mail di cui ho dimenticato user e password.
Uno è di Ade, che prese il nome da un personaggio di fantasia creato da me, ed è stata la mia compagna: è sempre un piacere leggerti dice, e poi c’è il commento di un idiota argentino, mi cercava in rete per vendetta.
Mi salutava solo firmandosi, pensava di minacciarmi in qualche modo oscuro.
Quasi tutti i link dei blog che avevo li ho cancellati, altri sono rimasti fermi a post di anni fa, me ne restano solo tre.
Clicco sul blog di Coma Vigile, un nuovo blog che aveva fatto anni fa, c’è il suo ultimo post di novembre 2010: il nuovo blog ha scelto di diventare vecchio, di autodistruggersi.
C’è una foto: uno scatolone, un trasloco, la fine di un amore immagino.
Ci sono parole belle che trascrivo:

Chiudo anche perché ho visto il futuro ed il futuro non è luminoso. non mi va di utilizzare il blog per una nuova parabola di disgregazione e (forse) rinascita. l'ho già fatto, ripetermi sarebbe di imperdonabile cattivo gusto.
e poi i blog sono passati di moda, no?

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